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Visita alla città di Matera ( seconda parte )

  • Valentina Cupido
  • 3 ott 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Dalla civita, dove è situata la cattedrale, si apre uno scenario unico : il sasso barisano.

( orientato verso Bari )

Un'agglomerato urbano di case costruite nella roccia calcarenitica.

Dopo un bel selfie, il numeroso gruppo di partecipanti si accinge alla scoperta del sasso caveoso. Da qui, si apre un panorama che toglie il fiato!

Su una grossa rupe calcarea si erge la chiesa rupestre di Santa Maria De Idris. (dal greco idris= Odigitria = colei che mostra la via o guida dell'acqua )

"si narra che nei periodi di siccità le donne risalissero le scale che portano alla chiesa in ginocchio, chiedendo la grazia alla Madonna affinché piovesse. Un luogo avvolto dal fascino della devozione popolare."

(* è doveroso dedidare un piccolo reportage fotografico del suo interno, corredato da brevi descrizioni, ma verrà fatto in un altro articolo )

Procedendo a passo moderato, data la scivolosità delle scale, osserviamo più da vicino le case. Troviamo alcuni B&B e ristoranti che godono di una vista rara.

Carlo Levi, nel libro “Cristo si è fermato ad Eboli”(1945) ci descrive accuratamente quello che vide:

" La stradetta strettissima passava sui tetti delle case, se quelle così si possono chiamare. Sono grotte scavate nella parete di argilla indurita del burrone. Le strade sono insieme pavimenti per chi esce dalle abitazioni di sopra e tetti per quelli di sotto. Le porte erano aperte per il caldo, Io guardavo passando: e vedevo l’interno delle grottesche non prendono altra luce ed aria se non dalla porta. Alcune non hanno neppure quella: si entra dall’alto, attraverso botole e scalette”

Doveva essere davvero molto dura vivere in queste case-grotta, considerando che molte erano composte da un unico "vano", nel quale vivevano anche più di dieci persone assieme ai loro animali, quali capre, asini..

Più avanti, arriviamo ad una vera e propria necropoli, composta da fosse di bassa profondità e moderata larghezza.

"Questa necropoli detta “Cimitero barbarico”che deve aver molto colpito Carlo Levi, tanto da fargli scrivere nel suo libro-denuncia sulle pessime condizioni di vita a Matera negli anni ’40 che “I morti stanno sopra i vivi”. Si tratta di TOMBE di epoca longobarda scavate nella base rocciosa, a dimensione umana ma che oggi sembrano piccole, in quanto la statura media dell’uomo, all’epoca, era di gran lunga inferiore a quella odierna. La fossa sepolcrale era corredata da un dentino chiamato”risega”che correva lungo il margine superiore per farvi aderire il lastrone tombale. Per preservarle dal degrado, la Sovrintendenza alle Antichità le ha fatte ricoprire con ciottoli e cemento, conservandone l’originaria sagoma. Sono stati rinvenuti in questo luogo anche i resti di un insediamento dell’età del Bronzo con le caratteristiche buche dei pali che sorreggevano le capanne e i resti scheletrici degli abitanti."

(http://www.sassiweb.it)

Necropoli

Foto by Federico Ciofani

Come vedete, di fronte la necropoli, vediamo la murgia materana. (merita un articolo a parte)

Vista dalla necropoli

Foto by Federico Ciofani

Ponte tibetano

Foto by Federico Ciofani

Fine seconda parte.


 
 
 

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