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Visita alla città di Matera ( prima parte )

  • Valentina Cupido
  • 2 ott 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Un pò di chicchi d'oro (amici e soci dell'associazione grappolo d'oro) hanno passato la prima domenica di ottobre in una splendida città della basilicata: Matera.

Cerchiamo in poche righe di riassumere i momenti più emozionanti di quella giornata.

Arrivati a Matera, ad accoglierci, oltre la bravissima guida turistica Giulia, anche questa statua di bronzo.

"Il calderaio", che in dialetto materano è " 'U Cuallarel ", era l'artigiano che creava e riparava pentole in rame.

Procedendo per il nostro cammino, incontriamo piazza del sedile , chiamata così perchè nel 1540 fu costruito il palazzo del sedile ovvero il palazzo municipale.

Vediamolo nel dettaglio.

Nelle nicchie, sono presenti statue in terracotta rappresentanti le quattro virtù cardinali idonee ad un buon governo:

giustizia, forza, prudenza e temperanza. In alto, sulla sinistra una meridiana e sulla destra un orologio ( a quanto pare fermo, visto che la foto l'ho scattata molto prima )e al centro, le statue dei patroni di Matera: Sant' Eustachio ( quello senza testa, grazie a un simpatico vandalo) e Santa Maria Santissima della Bruna ( sembra uno scioglilingua) . Oggi, è sede del Conservatorio Nazionale "Egidio Romualdo Duni".

Procediamo velocemente, arrivando a quella che è la tappa successiva:

La cattedrale della Madonna della Bruna e Sant'Eustachio. Costruita in stile romanico pugliese, è posizionata sullo sperone più alto della civita che divide i due sassi: Caveoso e Barisano.

Non possiamo soffermarci troppo, ma per i partecipanti alla conferenza dedicata al libro della prof.sa Rossi,su San Michele arcangelo, tenutasi a Miglianico martedì scorso, una chicca:

All'interno della cattedrale, un affresco raffigurante il giudizio universale. Osserviamolo.

"unico esempio superstite della decorazione pittorica medioevale originaria della Cattedrale, eseguito da Rinaldo da Taranto, maestro frescante attivo nella fine del duecento, scoperto per caso durante i lavori di restauro delle tele seicentesche ivi poste. Nella parte bassa dell’affresco l’Arcangelo Michele trafigge i peccatori nell’inferno, che vediamo in gruppo attaccati da serpenti. Si notano nel gruppo anche persone che possiamo identificare come un re, un papa, dei religiosi benedettini ecc. proprio ad indicare l’uguaglianza delle anime dopo la morte. "(piccolo estratto dell'articolo nel sito "http://www.sassiweb.it/matera-podcast/la-civita/la-cattedrale/")

Anche San Michele ci ricorda che, di fronte alla morte, siamo tutti uguali.

Fine prima parte.


 
 
 

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